Colite ulcerosa: gestione dei pazienti cinesi e differenze con i paesi occidentali

I pazienti cinesi con colite ulcerosa hanno proporzioni cumulative simili di esposizione a trattamenti specifici per le malattie infiammatorie intestinali (IBD), ma un tasso di intervento chirurgico inferiore rispetto ai pazienti dei paesi occidentali. È quanto evidenzia, sullo United European Gastroenterology Journal, un team guidato da Jian Wan, della Xijing Hospital of Digestive Disease.

Il team ha preso in considerazione dati di un registro nazionale cinese di 1.018 pazienti con colite ulcerosa, per i quali erano descritti nel dettaglio i trattamenti e la storia naturale della IBD, inclusa l’estensione della malattia e la chirurgia. Dai risultati, dopo un follow-up medio di 5,3 anni, è emerso che l’esposizione cumulativa complessiva agli acidi 5-aminosalicilici è stata del 99,1%, ai corticosteroidi del 52,1%, agli immunomodulatori del 25,6% e ai farmaci biologici del 15,4%. L’entità della malattia alla diagnosi era proctite, nel 26,9% dei casi, colite sinistra, nel 34,8%, e colite estesa nel 38,3%.

Dei 667 pazienti con proctite e colite del lato sinistro, 380 (57,0%) hanno manifestato una progressione dell’estensione della malattia, mentre 58 pazienti con colite ulcerosa, il 5,4%, sono stati sottoposti a colectomia, dimostrando proporzioni cumulative di intervento chirurgico dello 0,6%, 3,4% e 8,2%, rispettivamente a uno, cinque e 10 anni dopo la diagnosi.

 

Unitd European Gastroenterol J (2024) – doi: 10.1002/eug2.12634

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